Come orientarsi nel 2022?

Si è chiuso un anno complicato, forse più complicato del precedente. Se nel 2020 siamo stati paralizzati dalla pandemia, nel 2021 ci siamo illusi di poterla superare e tornare alla normalità di prima. Ma in realtà sapevamo benissimo che non poteva essere così.

Come orientarsi nel 2022? Non ci sono formule. Tuttavia ci sono delle direzioni che ragionevolmente possiamo intraprendere sulla base di quello che sappiamo. E cosa sappiamo? Beh, alcune cose le sappiamo e, grazie a queste informazioni, possiamo a provare a leggere la mappa

  • Sappiamo che questa pandemia ci accompagnerà ancora per molti anni.
  • Sappiamo che dovremo abituarci a tamponi, dosi booster e precauzioni sanitarie.
  • Sappiamo che il pianeta è malato e per guarirlo dobbiamo cambiare tante nostre abitudini.
  • Sappiamo che non possiamo continuare a sprecare e consumare energia come abbiamo fatto finora.
  • Sappiamo che la mobilità urbana si sta rivoluzionando.
  • Sappiamo che useremo di più la bicicletta e i servizi di sharing mobility.

Sappiamo che tra qualche anno anche l’automobile (e persino la casa) non saranno più proprietà personali, ma servizi da utilizzare in base alle esigenze.

E molte di queste cose ci spaventano. Ma sappiamo che stanno arrivando.

Allora forse la cosa migliore che possiamo fare nel 2022 è provare leggere al meglio la mappa. Possiamo provare ad orientarci proprio come si fa nello sport d’orientamento, individuando la posizione del punto di controllo al quale dobbiamo arrivare e scegliendo il percorso più adatto alle nostre possibilità (fisiche e mentali).

E possiamo anche divertirci praticando l’Orienteering che, oltre ad essere divertente, fa bene al corpo e allo spirito.

Buon 2022, buon orientamento!

L’eclissi dell’Ambiente

In molti non hanno capito quanto Covid-19 abbia a che vedere con l’ecologia. Eppure c’è un legame scientificamente provato tra ambiente e coronavirus.

Per effetto del Covid-19, dal punto di vista dell’informazione, il 2020, che doveva essere l’anno dell’ambiente è diventato invece l’anno della pandemia.

Dopo un 2019 che aveva fatto registrate un miglioramento sensibile della presenza dell’ambiente nell’informazione mainstream, il tema della tutela ambientale è pressochè scomparso. I media avrebbero invece dovuto incrociare molto di più i due temi, perché nulla (o quasi) è più ambientalmente tematizzato di una pandemia. Basta saperne cogliere il contesto di fondo.

La pandemia globale ha quindi ridisegnato le priorità dei media e del dibattito pubblico. Così che il volto di Greta e il Green new deal europeo hanno lasciato spazio a bollettini, mappe e curve epidemiologiche. Il contesto sanitario ha travolto il Pianeta mettendo all’angolo le tematiche ambientali, trattate sporadicamente dai mezzi d’informazione. Ma la questione più preoccupante è stata la scarsa trattazione del legame scientificamente provato tra ambiente e coronavirus.

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