Guarire la Democrazia

Tutti e cinque libri finalisti del Premio Green Book 2024 si sono indubbiamente rivelati testi interessanti, ma “Guarire la Democrazia” è quello che più mi è piaciuto perché mette in evidenzia come il tema della Sostenibilità sia strettamente correlato a quello della Democrazia e della Giustizia Sociale.

E’ stato dunque questo il libro che ho votato e che poi si è classificato al secondo posto.

L’autore, Leonardo Becchetti propone una visione dell’economia civile, basata sulla generatività, la felicità, la sostenibilità ambientale e la partecipazione sociale, come alternativa al modello economico dominante, afflitto da disuguaglianza, insostenibilità e perdita di senso.

Il libro affronta diversi temi:

  • la transizione ecologica e la rivoluzione delle fonti rinnovabili come sfide e opportunità per il futuro dell’umanità;
  • l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e le competenze necessarie per interagire con le macchine e creare valore;
  • la crisi della democrazia rappresentativa e il ruolo della società civile, dei media e delle nuove tecnologie nella costruzione di una cittadinanza attiva e responsabile;
  • la misurazione del benessere e la critica al Pil come indicatore insufficiente e fuorviante della qualità della vita delle persone e delle comunità;
  • la felicità come obiettivo e come metodo di vita, e i fattori che la influenzano, tra cui la generatività, i beni relazionali, la ricchezza di senso e la resilienza.

Nelle conclusioni, Becchetti elenca una sintesi delle soluzioni e delle proposte che potrebbero traghettarci verso una società più giusta, solidale e sostenibile, a livello personale, aziendale e collettivo.

Consiglio questo libro a tutti coloro che avvertono un bisogno di comprendere come un mondo più Sostenibile dal punto di vista ambientale lo sarebbe anche dal punto di vista sociale.


La Groenlandia non era tutta verde

Questo libro si è classificato al primo posto tra i cinque finalisti del Premio Green Book 2024, assegnato lo scorso 6 aprile a Parma in occasione del Festival della Green Economy. Personalmente l’ho trovato molto interessante e piacevole da leggere anche se, in qualità di giurato, il mio voto è andato ad un altro testo.

La Groenlandia non era tutta verde, scritto da Gianluca Lentini, geofisico e climatologo tratta il tema del cambiamento climatico, spiegando in modo chiaro e rigoroso le sue cause, le sue misure, i suoi effetti e le possibili azioni da intraprendere per mitigarlo e adattarsi. Tutti i dati riportati si basano sulle evidenze scientifiche fornite dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo internazionale che raccoglie e valuta le conoscenze sul clima e le sue variazioni.

Il libro si propone come una guida accessibile per comprendere il cambiamento climatico e le sue implicazioni, con un approccio che intreccia dati scientifici e racconti storici. Per ottenere questo obiettivo, Lentini ha deciso di ispirarsi alle saghe nordiche di Eric il Rosso che raccontano le esplorazioni e le colonizzazioni dei popoli scandinavi in Groenlandia e in America. Il termine Groenlandia (Terra Verde) diviene quindi una metafora per illustrare le dinamiche climatiche del passato e del presente.

Ogni capitolo del libro affronta una domanda chiave sul cambiamento climatico, usando esempi, dati, leggi e equazioni della matematica, della fisica e della chimica. Non manca un ripasso contro il negazionismo, in cui l’autore smonta alcuni luoghi comuni e falsità che circolano sul clima e sul cambiamento climatico, e fornisce gli strumenti per capire e contrastare le fonti di disinformazione.

Consiglio questo libro a tutti coloro che desiderano saperne di più sul Cambiamento Climatico attraverso una lettura scorrevole e coinvolgente.


Al centro della Transizione

La transizione energetica ed ecologica, che va a braccetto con quella digitale, parte dalla gestione dei servizi essenziali per la vita quotidiana, per arrivare a quel cambiamento culturale così complesso da governare ma così decisivo per puntare alla sostenibilità e alla decarbonizzazione.

L’obiettivo condiviso è di raggiungere la de-carbonizzazione completa entro la metà di questo secolo, ma occorre stare alla larga dai fraintendimenti. Non bisogna commettere l’errore di pensare che, per esempio nel settore della mobilità, sia possibile arrivarci solo con l’elettrificazione. L’elettrico giocherà un ruolo importante per la transizione ecologica, ma ne rappresenterà circa il 55%. L’altro 45% sarà invece dato dalle cosiddette molecole de-carbonizzate, come idrogeno e carburanti sintetici. Come agiranno queste componenti è ancora poco chiaro, ma già oggi è evidente che alcune compagnie aeree, e il mondo del trasporto merci in generale, si stanno orientando verso l’utilizzo dei biocarburanti

Green family home as sustainable, nature friendly lifestyle outline concept. House with alternative power source, electric car charging, insulated exterior and ecological thinking vector illustration.

Il settore dei trasporti delle merci e della mobilità delle persone a gioca un ruolo di primo piano nel contesto della transizione sostenibile. Nella città ideale del 2030, la mobilità è anzitutto intermodale, ossia con un utilizzo combinato di trasporto privato, pubblico e micro-mobilità. Per questo motivo è necessaria un’evoluzione delle infrastrutture con:

  • l’installazione di colonnine per la ricarica dei mezzi elettrificati;
  • l’introduzione di aree più ampie dedicate alla micro-mobilità, con marciapiedi più larghi e vivibili che rendano sicuri gli spostamenti a piedi;
  • l’estensione dei servizi di mobilità condivisa tra forme di pooling e di sharing.

Le grandi città possono essere un cluster di cambiamento e il punto di partenza per realizzare una svolta radicale anche nelle aree montane e di campagna, dove la popolazione è meno densa. Il rischio da evitare è quello di isolare le aree fuori dai grandi centri abitati, non mettendo a disposizione le infrastrutture necessarie per questo cambiamento.

Nnostante le grandi preoccupazioni, l’emergenza climatica deve essere vista anzitutto come un’opportunità da cogliere e da sfruttare. L’Italia è il paese in Europa che è partito prima sul fronte delle rinnovabili, con un sistema di incentivi molto importante, ma le politiche attuate non sono state in grado di creare una filiera innovativa e posti di lavoro”. E’ indispensabile introdurre le giuste regole per attuare strategie capaci di continuare e incrementare l’installazione di infrastrutture verso un mondo incentrato sulle rinnovabili.

Insomma, l’impatto positivo delle azioni che vengono svolte può generare un circolo virtuoso, determinando un impiego più efficiente delle risorse che riguarda direttamente la mobilità ma anche molti altri aspetti del vivere urbano.

La strada del rilancio economico

L’economia circolare rappresenta l’opportunità per il rilancio della nostra economia in questa fase storica attraversata dalla pandemia. Abbiamo l’opportunità di trasformare le idee tradizionali guardandole da un altro punto di vista.

Una buona parte del percorso riguarda la mentalità e la cultura dell’economia circolare, guardando agli strumenti per la ripresa messi in campo dalla Commissione Europea, a partire dal green new deal e dal recovery fund.

Il riciclo della plastica non è sufficiente perché la produzione di plastica raddoppierà entro il 2025. Non vinceremo la battaglia contro la plastica se non la usiamo nel modo giusto. Stiamo ancora utilizzando troppi materiali che consentono un singolo utilizzo. E questa è una contraddizione dal punto di vista del consumo energetico e della carenza di materiali che stiamo affrontando.

Nel caso dell’Italia, però, l’attenzione all’economia circolare è più alta di quanto ci si possa aspettare. L’Italia è tra i paesi che hanno più compagnie di economia circolare. Il nostro indice di circolarità è oltre la media. Molte aziende applicano i principi per necessità, perché il nostro paese è povero di materiali, per cui abbiamo imparato prima di altri a riciclare e a usare i materiali in modo migliore. Tuttavia siamo circolari non perché siamo più smart rispetto agli altri, ma perché ne abbiamo bisogno. L’impegno dovrebbe essere quello di rendere queste compagnie dei modelli europei.

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Economia Ecologica

La profonda crisi economica innescata dal Covid-19 ci offre una grande opportunità per migliorare radicalmente la nostra economia e la nostra società, in modo da realizzare quel cambiamento strutturale che da decenni si vorrebbe raggiungere e al quale è stata dedicata tanta ricerca.

Per realizzare un cambiamento di tale portata, tuttavia, è necessario convincere gli esitanti – coloro che, prigionieri di vecchi slogan, sono ancora convinti che sia necessario stimolare la domanda affinché una crescita incessante del PIL possa garantire occupazione e benessere.

L’Economia Ecologica offre una prospettiva privilegiata per formulare indicazioni sia per gestire la pandemia sia per fronteggiare la crisi economica. In primo luogo, l’Economia Ecologica adotta il principio di precauzione sin dalla sua nascita, come nel 1989 ha scritto Bob Costanza nell’editoriale del primo numero della rivista Ecological Economics.

L’elevata incertezza che caratterizza le società contemporanee richiede, più che in passato, politiche che minimizzino il rischio collettivo. La rapida crescita e diffusione del Covid-19 avrebbe dovuto persuadere i decisori politici, e le persone in generale, circa l’importanza di adottare il suddetto principio di precauzione: se i governi avessero preso sul serio i primi segnali di allarme, l’epidemia non sarebbe diventata una pandemia e la crisi economica sarebbe stata molto meno grave.

Purtroppo, come è noto, il PIL non distingue tra beni economici ed esternalità negative. Questo è il motivo per cui gli economisti “ortodossi” dovrebbero essere i primi a chiedere di smettere di incentrare la narrazione sulla crescita del PIL – se solo volessero essere coerenti con il loro apparato teorico e con quello che insegnano. Ovviamente, alcuni economisti sollevano critiche all’attuale sistema che vanno molto più in profondità rispetto al problema dell’inefficienza allocativa. Tuttavia, sarebbe già un risultato importante se venisse meno la schizofrenia di molti economisti che propugnano la crescita incessante del PIL quando parlano come macroeconomisti, e che invece puntano il dito contro le inefficienze allocative quando parlano come microeconomisti. Nel reagire all’attuale retorica su come rilanciare l’economia, per promuovere una sana transizione verso un sistema socioeconomico meno insostenibile, riteniamo che sia anche utile convincere gli esitanti e gli scettici, convincerli del fatto che anche impiegando un punto di vista del tutto tradizionale, la crescita del PIL non necessariamente è desiderabile per la società.

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GreenApes, il social della sostenibilità

C’è chi si scatta un selfie in riva al mare, per poi postarlo sui social ed aspettare i graditi like e commenti. E c’è invece chi fa la raccolta differenziata, posta la foto del risultato su GreenApes, il nuovo social network dedicato interamente ad uno stile di vita ecosostenibile.

Su GreeApes chi compie azioni virtuose e piene di ispirazione viene premiato. Il funzionamento è piuttosto semplice: basta iscriversi, anche loggandosi da Facebook.

Si possono postare buone azioni (come per esempio: oggi ho acquistato un prodotto sfuso) ma anche proposte e pensieri ecosostenibili. Ogni post oppure azione effettuata consente di guadagnare dei BankoNuts, veri e propri punti per far crescere il proprio profilo, ma non solo.

I BankoNuts sono pensati per essere spendibili anche nel mondo reale, così da convertire le proprie azioni verdi in veri e propri buoni acquisto.

Le aziende e le amministrazioni pubbliche possono sfruttare il network di GreenApes per riconoscere e certificare alcune azioni ritenute particolarmente virtuose. Nel caso del Comune di Parma, il settore Mobilità ha deciso di utilizzare GreenApes come strumento di certificazione dei km percorsi in bicicletta per gli spostamenti casa-lavoro. La certificazione di questi dati attraverso GreenApes consentirà al Comune di riconoscere agli interessati il contributo di 20/€cent al Km messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna.

La misurazione dei Km può avvenire attraverso specifiche app, come UP2GO startup nata per la gestione del car-pooling (attualmente poco praticato per effetto del Covid-19) ma allargate alla certificazione dello smartworking, del bike-to-work e del walk-to-work.


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La coscienza Green del Business

Le aziende e il business stanno virando verso una nuova coscienza green. Nonostante il negazionismo di Donald Trump e di altri politici, l’opinione pubblica che conta per il business (quella che determina le scelte di consumi) si sta orientando a premiare quelle aziende che sviluppano prodotti ecosostenibili.

Una ricerca del Corporate Energy & Sustainability Progress Report presentata da Schneider Electric ha evidenziato che la questione ambientale è uno dei principali driver dei programmi di sostenibilità e gestione energetica delle grandi aziende (51,5%) e che il cambiamento climatico è considerato il principale rischio a cui far fronte per quanto riguarda la scelta di come rifornirsi di energia e altre risorse (58%).

Nelle aziende il top management sta iniziando a capire chiaramente che la lotta al cambiamento climatico porta vantaggi: migliore reputazione, nuovi prodotti e servizi e potenziali vantaggi dagli investimenti in quest’area. La percezione del pubblico è un fattore che spinge a investire in energia sostenibile, tenendo in mente in primo luogo i vantaggi per il brand e la sua reputazione (50%) e la possibilità che questo sia un vantaggio competitivo (47%).

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Bike-In

L’arena Bike-In potrebbe rappresentare la risposta ideale alle limitazioni del periodo Covid. Entrare ed uscire portando la bicicletta in un’area adibita al pubblico, aiuta certamente a mantenere il distanziamento.

L’alternativa green all Drive-In è stata ideata da un’agenzia di Trezzo (Milano) ed breve debutterà a Mantova, nella zona del Campo Canoa con Niccolò Fabi e Caludio Bisio. Il comune di Mantova è stato il primo a cogliere la palla al balzo, cercando di rilanciare l’intrattenimento estivo (messo a dura prova dal coronavirus) in chiave sostenibile.

Nella pratica, la platea è formata da stralli per parcheggiare le bici, che hanno anche la funzione di divisori. Esistono postazioni singole, per coppie o famiglie e piccoli gruppi. Chi non ha la bicicletta, la può noleggiare grazie ai servizi di bike sharing cittadini.

110% Green

La grande novità del nuovo decreto post Covid-19 è un ecobonus edilizio al 110% per coprire gli interventi e lavori di messa in sicurezza ed efficientamento. La detrazione prevista ha infatti l’obiettivo di coprire l’intero importo della spesa sostenuta, con una “percentuale di ritorno” per il contribuente.

Per le aziende è prevista una agevolazione degli interventi di adeguamento dei luoghi di lavoro, attraverso un credito d’imposta del 60% per gli interventi di adeguamento (eseguiti nel 2020) necessari alla riapertura in sicurezza. Il limite di spesa per intervento è di 80mila euro.

Per i privati è previsto un’innalzamento dell’aliquota di detrazione al 110% per le spese sostenute tra il primo luglio 2020 il 31 dicembre 2021 per interventi specifici relativi all’efficientamento energetico degli edifici, installazione di pannelli fotovoltaici o di colonnine per la ricarica di auto elettriche, e per interventi di adeguamento sismico.

Su questi interventi è previsto uno sconto applicato direttamente in fattura da parte di chi esegue i lavori, che può poi recuperare la riduzione sotto forma di credito d’imposta cedibile anche a banche e intermediari finanziari.

Per quanto riguarda i mobili e gli elettrodomestici, è prevista la proroga per tutto il 2020 dei bonus in forma di detrazione al 50% sulla spesa di acquisto. In particolare, si tratta di uno sconto Irpef su spese totali di 10mila euro e per i soli elettrodomestici che rientrano in classi energetiche non inferiori ad A+.

Per poter beneficiare dell’agevolazione maggiorata, inoltre, gli interventi volti alla riqualificazione energetica dovranno rispettare requisiti tecnici minimi che consentano il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio.

È prevista poi anche la proroga dell Bonus verde relativo a detrazioni Irpef, al momento al 36%, per interventi a giardini, terrazzi esistenti e anche in fase di progettazione, per spese sostenute per un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare.

E’ anche consentito il trasferimento del credito ad intermediatori finanziari per tutti gli interventi di efficienza energetica, riguardanti le parti comuni condominiali sia effettuati sulle singole unità immobiliari.